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2-Esperienze


MANUPPELLI MASTRANGELO LUCIA
E
Esperienze
Esperienze
Esperienze
*
LUCIA MANUPPELLI MASTRANGELO
ESPERIENZE

Esperienza: maestra
di vita e di pensiero.

******…******

Erice
**
Abbarbicata sul monte
da cui prendi il nome,
protesa verso il cielo
in un anelito di eternità
Erice, tu vivi
un tempo senza età!
Museo all’aperto mostri il meglio
di passate civiltà.
Il Tempo ti è amico:
la patina che riveste
la tua chiesa matrice,
sembra un manto
che vivifica le pietre,
l’erosione un merletto
che le impreziosisce.
Dallo splendido mare
su cui ti affacci
come aereo promontorio,
Poseidone eleva lievi vapori
che ti avvolgono tutta;
sono forse il rimpianto
per il suo giovane figlio
ucciso dal forte Eracle
in una delle sue fatiche,
o soavi veli per celare
la sua splendida sposa
agli sguardi indiscreti
dei suoi tanti ammiratori?!
E Venere è lì nel Castello
gigante che sfida i secoli
per proteggerla ancora.
Come turista sono arrivata,
curiosa di conoscere
un posto nuovo
da tanti decantato;
tra i giardini profumati
e nelle tue viuzze,
in modo così sapiente
ed artisticamente acciottolate,
ho respirato ed assaporato
la tua atmosfera
fatata, ammaliante
e tu, Erice, per le emozioni
che in me hai suscitato
mi hai, con semplicità,
a far parte chiamata
della tua innegabile eternità.

******…******

Baia delle zagare
**
Sul mare t’accoglie
l’-Hotel dei faraglioni-
con ampie vetrate arcuate,
splendidi occhi curiosi
che scrutano il mare,
che s’empiono di cielo e sole
nel riverbero dorato dell’onda.
Tutto è poesia…
il candore della scogliera,
il gioioso volo dei gabbiani,
lo sfrecciare rapido
delle rondinelle marine
sotto l’arco del bel faraglione,
i ciottoli levigati
che celano mille misteri
che mente attenta e fantasiosa
coglie e sa apprezzare.
Tutto è melodia…
lo stormire delle fronde,
il frinire delle cicale,
lo sciabordare leggero
dell’onda nelle canne
del sorprendente scoglio
a mò d’organo semiaffondato.
Tutto è armonia…
il profumo intenso delle zagare,
i suoni e i colori si fondono
in sorprendente bellezza.
Dio ha, in questa baia,
voluto riprodurre per noi
un angolo del Paradiso
per non dimenticare
il luogo donde proveniamo

******…******

Hotel Quirinale
**
Nella grande sala s’innalzano
possenti le note del piano;
le luci del maestoso abete
che sfiora la volta antica,
sembrano lucciole innamorate,
che seguono la melodia,
vibrano e s’inseguono
scintillanti verso la cima.
Ai suoi piedi, minuta
e graziosa, la giapponesina
risponde all’attenzioni
dell’amato con risatine
sommesse ma sonore
che rimandano a momenti
d’intimità felice.
L’atmosfera è magica:
miriadi di giovanili ricordi,
d’evanescenti immagini,
disegnati dal moto perpetuo
delle luci natalizie
nell’oro degli addobbi,
t’avvolgono e ti portano
dolci sensazioni amorose
sopite ma non dimenticate,
vive nel cuore come allora.
Dolce sarebbe scivolare
in questa onda d’emozioni,
se un arrivo ritardato
non ti legasse all’odierna giornata.
Fluttui così
tra sogno e realtà,
tra dolcezza ed ansietà.

******…******

Isole incontaminate
**
Storia antica
che si perde nella leggenda,
natura aspra
che emoziona ed affascina,
questo siete isole incontaminate.
La vostra ricchezza marina
meraviglia e cattura.
Note eravate
come “Sassi di Diomede”,
oggi vi conosciamo
come leggiadre “Isole Tremiti”.
Nelle notti senza luna
s’ode ancora il lugubre canto
delle diomedee, funebre lamento
degli amici dell’eroe
i quali, sebbene morto,
non lo vollero abbandonare;
ancora oggi lo piangono
con sembianze non più umane.
Il parco marino, da poco istituito,
è sotto la protezione
dell’imponente statua
di Padre Pio, baluardo religioso
che, l’amico compaesano,
ha ideato e posizionato
nel tuo splendido, profondo
mare turchino
ricco paradiso dei sub.
Luogo di culto,
di deportazioni e dolori antichi,
oggi mèta di turismo
offrite forti emozioni,
indimenticabile esperienza
di vita passata ed odierna.

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Inquinamento
**
Solenne s’innalza un colonna
di fumo nero, acre,pungente;
lentamente la cima s’allarga
a formare una gigantesca chioma
d’albero irreale.
Inutilmente il cielo lotta
col suo azzurro,
col rosso intenso del suo tramonto,
col candore
delle sue vaporose nuvole…
L’albero mostruoso divora
gli splendidi colori;
il sole, sconfitto abbandona il campo,
si ritira desolato
dietro i familiari monti.
Il fumo borioso
invade tutto il cielo
e nasconde ogni cosa
nel suo grigiore funereo.
Uomo intelligente,
ideatore di tanto progresso,
perché non apprezzi con umiltà
la maestosità del creato?
Perché, con arbitrio irriverente,
sciupi ed inquini
tanta bellezza donata?
Credi forse che ti porterai
dietro le tue invenzioni?
Se avremo un Paradiso,
stanne certo, sarà naturale!
Alla luce dell’Eterno
ci beeremo di uno sterminato
campo di papaveri rossi
di una spumeggiante distesa marina,
di un cielo terso
pieno di colori e profumi
non certo di alti forni
e di ciminiere sbuffanti
fumo aspro e vapori asfissianti.

******…******

Momento difficile
**
Forte è il dolore,
brucia le carni
come fuoco latente.
In questo letto di sofferenza,
in cui ti senti la vita
scivolare tra le dita,
ti scopri impotente.
I sentimenti,
stretti vincoli terreni,
sembrano allentarsi
e ti ritrovi sola nella lotta,
sola e ti affidi a Dio.
“Tu che tutto governi,
Tu sai cosa è meglio per me;
sia fatto il Tuo volere!”
Ritrovi così serenità
e con dignità affronti
l’ennesima prova della vita.
Come tutto sei caduca;
ogni momento può rappresentare
la svolta finale.

******…******

In viaggio
**
Corre rapido il treno
e la campagna, ridente
nell’ aria primaverile,
mostra appieno
la sua rinnovata bellezza
in una sinfonia di colori.
Il verde fa da padrone
nelle sue varie sfumature;
tenero e speranzoso
nelle distese di grano novello,
voglioso di luce e calore
nei nuovi pampini
dei filari ordinati.
Nei brevi prati incolti
i papaveri maestosi
si pavoneggiano al sole
imitando quadri
di pittori famosi.
I fiori di sambuco,
d’acacia e rosa canina
sembrano voler dire:
“Ci siamo anche noi,
ammirateci!”
Sul lieve pendio delle colline
le ginestre odorose
hanno steso un tappeto
di filigrana d’oro
che inonda e rallegra il cuore.
Alti sui monti
pilastri giganteschi
affidano fiduciosi,
come bimbi felici,
le loro mastodontiche girandole
agli zefiri amici.
Un gruppo d’alberi frondosi
nella valle verdeggiante
proteggono una cascina
dai festosi tetti rossi;
tra essi uno è ancora spoglio,
solo qua e là qualche gemma
fa capolino timidamente.
Anch’io mi sento come lui;
dopo la malattia
che ha messo in forse
la mia stessa esistenza,
avverto timidamente
ritornare il vigore:
ogni giorno un po’di più
mi sento viva, parte integrante
di questo rinnovamento naturale.

******…******

Firenze
**
Placido e verde scivola l’Arno,
specchio di un cielo non sereno
ma luminoso e promettente.
I canoisti fendono le acque
con movimenti poderosi e ritmici,
spaventate le anatre
dal bel piumaggio colorato,
riparano sulle sponde incolte
tra la vegetazione spontanea.
Sul “Ponte Vecchio” i turisti
osservano divertiti ed ammirati
mentre seguono interessati
un giovane cantante girovago
che niente ha da invidiare
ai suoi colleghi più fortunati.
Voce poderosa, calda,
melodia accattivante
che tocca il cuore
e suscita ammirazione.
Come è varia Firenze!
Un miscuglio di razze
tutte uguali, però, negli occhi
sbigottiti e sgranati
sulle sue bellezze artistiche;
tutte protese a cogliere
ed a conservare nel ricordo
gli scorci più significativi,
più suggestivi della città.
E’ bello cogliere
l’entusiasmo di questa umanità
vagante ed aperta
ad esperienze nuove, interessanti.

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Serata fiorentina
**
La grande sfera di fuoco
tramonta sull’Arno
e dalle nuvole scure rotola,
in un incendio di luce,
nelle acque placide
fino a perdersi sotto gli archi
dei ponti lontani.
L’aria imbruna,
le luci dei viali
si riflettono in un infinito
susseguirsi di colonne luminose
simili a pilastri ghiacciati
o a canne d’organi argentati.
Gli occhi sono affascinati
e instancabili si beano
delle varianti immagini.
Il cuore è proteso
oltre il parapetto
e si lascia trascinare
felice in questa onda
di piacevole emozione.
Quanti occhi hanno ammirato
questo stesso spettacolo,
quanti cuori hanno palpitato
per le medesime sensazioni!
Firenze antica
ma sempre nuova,
elargisci il tuo fascino
come una donna splendida
superba nella sua bellezza!

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Torre dei Barbadori
**
Torre antica, poderosa
inglobata nel moderno
Hotel Lungarno,
per qualche giorno ci hai ospitato
offrendoci emozioni mai vissute.
Le tue mura di pietra viva ,
la tua forma quadrata,
severa, incutevano
un certo smarrimento
ma il letto a baldacchino
addolciva l’ambiente
rendendolo più intimo,accogliente.
Con gli occhi socchiusi
ho cercato di immaginare
la tua secolare storia,
le vite in te vissute,
i drammi e le gioie
di gente sconosciuta.
A volte mi sentivo padrona, castellana
attorniata da amici festosi,
a volte prigioniera indifesa
e vivevo come attuali
i piaceri e le angosce immaginati.
Quanti ricordi nascondete
pietre antiche;
neanche la fantasia più fervida
potrà mai svelare i vostri segreti,
i vostri misteri che rappresenteranno,
in ogni tempo, il vostro fascino
la vostra attrazione più interessante!

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Costa amalfitana
**
Giornata splendida
di questo fine ottobre
che sa più di primavera
che d’autunno,
natura aspra ed affascinante
che l’uomo,
sebbene ce l’abbia messa tutta,
non è riuscito a sciupare.
Monti terrazzati
per ospitare ordinati agrumeti,
ville fastose
nei posti più impensati
non hanno trasformato
la naturale bellezza
di questo luogo incantato.
Il mare placido
si culla da solo, senza vento;
la superficie s’increspa lievemente,
mossa da invisibili correnti,
senza alito di vento
e dona
uno spettacolo inusitato
in cui qualche vela bianca
e qualche scia argentata
creano piacevoli contrasti
col blu intenso dell’acqua.
Nelle gole incontaminate
l’azzurro delle campanule
vivacizza il verde scuro
della vegetazione spontanea
e l’aspra roccia
a picco sul mare.
Scorci mozza-fiato,
emozioni intense
si susseguono ad ogni curva
della tortuosa strada.
L’occhio non si stanca
di guardare, di ammirare
ma io mi sento
quasi fuori posto
in tanta maestosa bellezza!

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Tramonto
**
Il mare è una tavola,
azzurro intenso e tranquillo;
il cielo, rosa e celeste,
vi si specchia con riflessi dorati
ed accarezza l’orizzonte
in cui si staglia nitida
anche la costa calabra.
La luna piena
fa capolino sulla collina
più orientale di Salerno
e, col suo faccione sorridente,
ammicca divertita
al sole che la saluta
giocando a nascondino
dietro la scogliera di Ravello.
Magnanima elargisce
la sua luce argentata
per contrastare le incipienti tenebre
che rendono più cupo il mare
e cancellano le rosee scie
che il sole, nel suo calare,
aveva disegnato
nell’ampio cielo azzurro.
Il mare, il cielo, le case,
tutto diventa irreale, madreperlato
poi, lentamente, si annulla
e rimane solo, tremolante,
il riflesso argenteo sul mare…
Improvvise spuntano mille luci
sulla terraferma e la trasformano
in un presepe vivente.
La mente, scevra da ogni pensiero,
piacevolmente vi si perde…

******…******

Piana brindisina
**
Rossa è la terra ferrosa,
intenso il verde degli ulivi
dai vetusti tronchi tormentati,
blu cupo il mare,
illuminato da creste spumeggianti
sospinte dal maestrale,
che si stempera nell’azzurro
luminoso del cielo sconfinato.
Fervono i preparativi
per l’incipiente stagione estiva
nell’accogliente masseria“Santa Lucia”.
Una farfalla dalle ali
splendidamente variopinte
picchia contro l’ampia vetrata
della sala di proiezione:
vuole partecipare all’entusiasmo
per il goal appena segnato
o forse soltanto fare notare
la sua superba bellezza?!
Dall’alto della collina Ostuni,
bianca nel suo candore luminoso,
sembra evanescente fantasma
messo lì a proteggere
il suo popolo laborioso.

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Per le vie di Roma
**
Se vai da sola,
anche in mezzo a tanta gente,
avverti un senso di vuoto
che ti spaventa.
Ti guardi intorno,
apprezzi le bellezze
che ti circondano
ma non puoi condividerle.
E’ bella Roma
ma bisogna viverla insieme;
da sola è troppo imponente,
quasi ti annienta!

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Lungotevere
**
Imbottigliati in un traffico bestiale
mi guardo intorno…
I platani secolari stormiscono
scossi dal vento
e le foglie si staccano
dai rami a frotte…
Una in particolare
sembra , ampia e leggera,
danzare nell’aria invernale.
Fluttua lieve,
non ha fretta di atterrare
ed il vento l’aiuta
a rimanere in quota.
Volteggia sicura,
quasi pavoneggiandosi
della spettacolo che offre…
Improvvisa la pioggia:
uno dei tanti “goccioloni”
colpisce la foglia ballerina
e, senza complimenti,
la spiaccica contro il parabrezza.
Rimane lì,
incredula di tanta violenza.
Apro il finestrino,
la raccolgo, l’asciugo:
è bella, tenera.
La conserverò tra i miei ricordi.
Non può tanta leggiadria
finire nel fango della via!

******…******

Desiato nido
**
Sento nel cuore vibrare
una musica arcana,
non ha niente di umano,
sembra celestiale.
Come canto di sirena
affascina i miei sensi;
un dolce languore
avvolge l’anima mia
e mi trasporta lontano.
Lontano nel tempo infinito,
lontano su candide nubi
di vapori soffici, irreali:
nido tenero e caldo
dove il cuore, pulcino implume,
trova, alfine, la sua pace.

******…******

Anniversario
**
Oggi, se ancora fossi con noi,
festeggeremmo i tuoi trent’anni.
Il nostro tempo, però, per te
si è fermato, figlio adorato,
da cinque anni ormai.
Cinque grevi macigni
che schiacciano il cuore,
cinque lunghi silenzi
iniziati appena ieri.
Per te l’eternità infinita
per noi l’eternità
che ci separa da te.
Il ricordo ci sostiene
e colma di te
questo spazio interminabile.
Più dolce era il vero,
più amaro è il rimpianto,
più forte il desio
di ritrovarsi alfine

******…******

Incapacità
**
Vorrei ridere,
sentire l’aria gorgogliare
nella gola fino ad inebriare
il cervello, ossigenandolo,
per alleggerire la cappa
che mi grava addosso.
Vorrei ridere,
sentire il gioioso suono
di una mia risata sincera
per vedere rinascere
in me l’allegria,
per guardare con occhio diverso
questo mio mondo
che mi delude
ogni giorno di più.
Vorrei ridere,
ma come si fa!?:
credo di averlo dimenticato…

******…******

Insonnia
**
Sonno che tardi ad arrivare,
dolce oblio, io t’invoco.
Vieni,
attenua le mie tensioni,
calma la mia angoscia
che tortura la mente
con invisibili martelli
i cui colpi si propagano,
come onde metalliche,
fino a frantumarmi l’anima.
Vieni,
regalami un sogno lieve,
una gioia irreale
che ristori la mente
e rassereni il cuore.

******…******

Ancora una volta
**
Ancora una volta
la vita mi mette alla prova,
ancora una volta
gioca coi miei sentimenti
mischiando gioia e dolore.
Il giorno più triste,
da dedicare a te soltanto,
coincide con un momento felice
di chi porta il tuo stesso nome.
Sono solo coincidenze!?
Strane coincidenze
che portano a riflettere,
ad analizzare, a pensare
ed io mi sforzo di coglierne,
ancora una volta, il positivo.
Il mio volto sarà sereno,
il mio dolore sarà chiuso,
ancora una volta, nel cuore
e festeggerò la laurea
di tuo cugino come fosse
la proiezione di quella che tu
non hai fatto in tempo a conseguire.
Ancora una volta
la vita gioca a farmi male,
ancora una volta
mi farò guidare dall’amore
e dignità ed equilibrio
saranno la mia risposta.

******…******

Dall’Ariella all’Avella
**
Seduti all’Ariella,
assaporiamo l’aria frizzante
che sale dalla valle.
Tra il frinir delle cicale
e lo stormir degli alberi
l’animo si rasserena.
Come un bimbo spensierato
il cuore fa salti di gioia
e nell’aria rarefatta
prende il volo…
Appeso al vento
si dondola libero, leggero;
gli è compagno un deltaplano
dalla grande cupola verde
libratosi dalla stessa rupe.
Sereno si inebria
alla brezza gentile
e vola lieve, sicuro
fino a planare dolcemente
ad un passo dall’Avella
nel vigneto che fu di papà
tra quelle zolle amiche
che risuonano ancora
di voci care, passate

******…******

“Old garden”
**
Mai nome fu più indovinato
per questo moderno luogo di ritrovo;
qui, un tempo, veramente c’era
uno splendido giardino
gelosamente custodito
e, quando c’era consentito,
era come entrare in un mondo
irreale, fatato;
rimanevamo sbigottiti.
Ora tutto è trasformato
ma la memoria fa rifiorire
sia i lillà che i superbi roseti.
Anche il pozzo è vestito a festa
dal bel muretto protettivo
ma, ancor oggi, è ombreggiato
dal vecchio antico pero…
Istintivamente, come allora,
la mano si protende
e, come allora, ancora sento
le forti braccia di Alfonsino
che, come fuscello, mi sollevava
verso l’agognato frutto…
Vergognosa la mano si ritira:
non si può a sessant’anni
comportarsi da bambina

******…******

Siccità
**
Malinconico appare il cielo
ma non piove;
assetata la terra spera,
spera da mesi.
Le grandi crepe polverose
sembrano ferite aperte
in un corpo agonizzante.
Come da bocche oranti
sale l’estremo sospiro,
l’ultima preghiera:
“Scendi benigna, pioggia,
a spegnere l’arsura,
rendi nuovamente feconde
queste arse zolle;
permetti al sudato lavoro
di ottenere ancora buoni frutti!”
Risponde il cielo commosso:
una, due… tante lacrime
inondano la terra
che, grata, le beve
avidamente…

******…******

Voce amica
**
Grillo canterino
che rallegri la solitaria sera,
accendi nell’animo i ricordi.
Antonio amava i grilli;
una volta, ragazzo,
ne aveva catturati due
a Panni e li tenne
in una gabbietta a lungo,
perché, “voleva studiarli”.
Una mattina mi disse:
“Mamma, oggi i grilli
sembrano tristi,
li voglio liberare!”
Con delicatezza li pose
nella pianta più rigogliosa
del nostro terrazzo,
nella stessa pianta donde proviene
il tuo insistente canto.
Grillo canterino
che cerchi di rallegrare
la mia solitaria sera,
vero sei
o frutto della fantasia?
Canta ancora ti prego,
tienimi compagnia…!

******…******

Una madre
**
Prese tra le braccia
un bimbo che non conosceva
solo perché piangeva
e lo cullò come fosse suo.
Negli occhi acquosi
brillò un sorriso
e la manina morbida
le accarezzò il bel viso:
pensava alla sua mamma
il bimbo rasserenato.
Una lacrima spuntò
negli occhi tristi:
ricordava il figlio suo perduto
la madre addolorata.

******…******

Venerdì Santo
**
Lunghe canne
bruciate dal gelo invernale,
che pulsano di nuova vita
nelle rade foglioline verdi,
avvolgono l’Uomo crocifisso
come in un velo di mestizia.
Un bimbo si solleva
arditamente sulle punte
per prendere l’esile candela
e, con orgoglio, l’accende:
vorrebbe fare tutto da solo,
ma arduo è il posizionare
il lume nel braciere di rame.
Deluso nel bel visino delicato
tacitamente accetta l’aiuto
della giovane mamma preoccupata.
Anche fuori c’è aria di mestizia:
piange il cielo rade lacrime,
espressione di un dolore
troppo grande e profondo
perché possa trovare, senza difficoltà,
la via per esternarsi.
Io pure mi sento,
con la mia individuale sofferenza
stretta al petto,
scheggia di questo dolore cosmico,
intriso d’amore e di speranza,
che tutto, inesorabilmente, avvolge.

******…******

Eclissi
**
Grande faccione rotondo,
bonario e sorridente,
mai ti ho visto così grande
e così vicino.
Sembri invitarci
allo spettacolo che fra poco offrirai.
Come una fanciulla timida
arrossisci nel tramonto primaverile
e con grazia, pudicamente,
ti veli con una nuvola lieve.
Il cielo diventa più azzurro,
quasi blù,
ancor più luminosa appari tu.
Lentamente un ombra nera
divora il tuo splendore
e da destra a sinistra
costantemente procede
senza rispetto, senza ritegno.
Il cielo è,ormai, nero
ma tu sorridi ancora
con un solo occhio
e un angolo della tua grande bocca.
In breve tempo di te non resta
che una circonferenza grigia
intorno ad un disco scuro:
lo spettacolo è completato,
l’eclissi è totale…
Tu, però, non ti arrendi,
cerchi la rivincita
e con determinatezza scacci
l’ombra fastidiosa.
Luminosa torni a sorridere;
ridoni speranza e coraggio
a chi rischiava di perdersi
nel buio della vita.

******…******

Tardiva primavera
**
Esausta rondinella
nel tuo viaggio di ritorno
non hai trovato il sole
che, per istinto, cercavi
ma una pioggia insistente
che le tue ali ha inzuppato.
Ora sei qui tremante
e col tuo garrire frenetico
chiedi aiuto insistentemente .
Tra le mie mani trovi
il calore che cercavi
e ti acquieti fiduciosa.
Piccolo esserino delicato
il battito del tuo cuore
si è finalmente normalizzato,
ed in te prepotente è rinata
la voglia di volare.
Anche se il cielo è grigio
vola, vola felice:
riporta nel cuore
di chi è triste,
la gioia della primavera

******…******

Vento di libeccio
**

Lievi danzano le barche
di Punta Grugno;
il pontile sembra incedere,
ondeggiando sinuoso ed altero,
verso la sospirata riva
seguendo un’arcana sinfonia.
E’ il vento di libeccio
a condurre le danze.
Il ritmo incalza,
con forza gonfia le onde,
le solleva, le innalza;
con esse sollecita le barche,
le eccita, le inebria
fino a trasformarle
in maestosi, superbi cigni
che, con il loro collo possente,
strattonano gli ormeggi
in un irrefrenabile, urgente
anelito di libertà…

******…******

Notte d’angoscia
**
Dondola il veloce treno
ma il sonno non viene,
i cruciverba e l’intricato giallo
non servono a niente.
Gli occhi restano aperti, sbarrati
nella penombra del vagone letto:
troppo agitata è la mia mente.
E’ stato qui,
su questa linea maledetta,
che mio figlio è morto!
Il ritmo di un treno
simile a questo
ha alimentato la sua angoscia,
ha amplificato la sua paura
fino all’immane sciagura.
Nel mio cuore si rinnova
la sua stessa agitazione
fino a sfiorare il panico:
ho difficoltà a rimanere
chiusa qui dentro, inerme.
Vorrei fuggire anch’io,
volare da questo finestrino,
provare le stesse sensazioni
di chi non tornerà mai più.

******…******

Infame progetto
**
Dolce aria frizzante
che sali dalla valle
quanto ancora potremo
respirare la tua fragranza?
Se Ischia diverrà
pattumiera della Campania
a sciupare verrà l’armonia
che abbiamo a Panni
fatta di cose semplici, naturali:
di cieli tersi, d’aria pulita,
di profumi inconfondibili,
genuini, inalienabili.
Dove andranno le lucciole
che nelle notti estive,
spettacolo impagabile,
rallegrano il cuore e la campagna?
Dovremmo accettare il fetore irrespirabile
nel nostro prossimo futuro
per l’insano volere di qualche rispettabile?
Giammai!;
sappia costui che il suo progetto
non è da noi bene accetto.
Trema il cuore
di fronte a tanta sciagura
ma inermi non rimarremo:
la lotta sarà dura!

******…******

Atmosfera d’altri tempi
**
Sulla scala, serena,
siede a sgranar la vecchierella
le pannocchie più belle
destinate alla semente.
Il delicato viso,
segnato da mille sottili rughe,
è atteggiato a dolce sorriso:
il raccolto sogna copioso.
Le ragazze, anche piccoline,
liberano dalle brattee le spighe
mentre la massaia, attenta,
sceglie i cartocci più bianchi
per riempire il “saccone”
e rendere più alto e soffice
il dolce talamo nuziale,
o le pannocchie più tenere
che, fumanti, allieteranno domani
la rustica tavola imbandita
Lo sposo atletico e prestante
è pronto con la pertica snodata
a battere i bei frutti dorati.
L’atmosfera è d’altri tempi
ma commuove ancora fortemente
chi, da bambina, l’ha vissuta intensamente.

******…******

Stupore
**
Sembra volerci stupire
il cielo stasera.
Come palcoscenico il sole
usa i monti del subappennino
e, nascondendovisi, sprazzi
di vivida luce manda
sulle nuvole grigie.
Il cielo, cupo e minaccioso,
improvvisamente si tinge di rosa
e le nubi, prima bigie,
diventano vivide, festose…
Questa piovosa, triste,
uggiosa giornata invernale
cambia volto nel tramonto
che, splendido, dal cielo
cancella ogni turbamento
e lo inonda di luce e di colore.
E’ un dolce atto d’amore
che annulla ogni risentimento
e rallegra il cuore
con una ridda di sentimenti.
Come l’ultimo canto del cigno
lo spettacolo è stupendo
ed il sole il nostro orizzonte
può salutare, superbo.

******…******

Giochi di vento
**
Vedo il vento
soffiarti tra i capelli;
le morbide ciocche
svolazzano irrequiete
ombreggiando il tuo volto,
sembrano allegre monelle
che non accettano regole.
Anche il viso, nel ricordo,
ridiventa fanciullo
e rivivo i nostri primi incontri
quando qui c’erano solo
poche barche di pescatori
ed il vecchio, romito faro.
Com’è lontano quel tempo
nel cuor pur tanto presente!
Con delle foto cerco
D’immortalare questo momento
sperando di ritrovarci, poi,
tutta intera la forza
del mio sentimento.

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Spettacolo inatteso
**
Alla piscina dell’hotel Minerva
per curiosità sono salita
e l’intera Firenze
ai miei piedi mi son trovata.
Lo sguardo vola intorno,
non sa dove sostare…
Tutti i monumenti più belli
son qui a portata di mano,
sembra quasi poterli toccare.
Il Duomo col famoso Campanile
le Cappelle Medicee, Santa Croce,
i vari ponti sull’ Arno
che sonnacchioso scorre
nell’assolato meriggio.
Vicinissima Santa Maria Novella
fa sfoggio di sé,
austera e riservata nei chiostri interni,
diventa piacevole, accattivante
nei chiari colori della facciata;
il verde ed il bianco si alternano
nei vari marmorei decori
e negli archi perimetrali.
Tutto mi attrae, mi sorprende e
…e la bocca si dischiude
in un tacito “oh” di meraviglia.

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Immeritato dono
**
Grazie, Vergine Maria,
che in sogno, stanotte,
a trovarmi sei venuta.
Umile eri nel tuo abito
azzurro un po’ scolorito,
ma gli occhi, il viso
e il tuo splendido sorriso
emanavano luce di Paradiso.
In un verde, sterminato campo
di grano novello
per mano a passeggio portavi
il tuo bel Bambinello.
Dove poggiavate i piedi
più alto diventava il grano.
Io, esterrefatta, gli occhi
sgranavo…,
consapevole testimone
di un prodigio divino.
Tu, divertita, mi hai sorriso
avvolgendomi in una scia
di soave, intenso profumo,
immeritato dono gradito,
che, forte, ancora percepisco
nella luce chiara del mattino.

Volare
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Questa notte ho sognato di volare,
tra nuvole vaporose e cieli limpidi
mi libravo.
Non come uccello volavo
ma spirito libero, soave.
Di me solo le mani notavo,
timone valido, ogni direzione
provavo.
A destra e a manca mi portavo
a far capriole mi attardavo.
Sotto di me, ma tanto lontano,
il mondo intero, confusamente,
si dimenava
con l’intento, intento vano,
di trovare gioia nell’umano…
Oh, come vorrei saper veramente
volare!
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***…***

LUCIA MANUPPELLI MASTRANGELO