- Panta rei
Urge il sentire nel petto
e, docile, ad esso
la mente si assoggetta.
Le parole sgorgano ora
con la forza prorompente
di un fiume rigonfio,
che precipita a valle, irruente;
ora sicure, canterine
come le acque di un torrente
che, nell’aria primaverile
scivola veloce, lucente;
ora come lo scorrere lieve
di un rivolo sonnolente
che si attarda nell’assolato
meriggio dell’estate cocente.
L’animo s’appaga
liberandosi di un fardello
fatto d’ansie, di dolori,
d’angosce che la vita,
banco d’umane prove,
a tutti propone…
Gli anni scorrono,
inesorabili, irrefrenabili,
come le acque fluviali
che corrono verso il mare
e, come esse, aspirano
ad un ampio, sereno porto
in cui acquietarsi,
in cui le tempeste umane
siano solo un ricordo lontano.
- Amara esperienza
Quando il dolore bussa alla tua porta,
lo fa con una tale autorevolezza
che non puoi esimerti dall’aprirgli.
Ti travolge
come una valanga improvvisa,
non ti lascia nemmeno
la capacità di pensare.
Invade il tuo corpo in ogni sua parte
e le conseguenze le vedi,
sinistramente,
dalla testa ai piedi…
Si somatizza in varie forme,
ogni facoltà si appanna,
la mente vacilla;
ti senti vuota, sbigottita
incapace di reagire.
Anneghi lentissimamente
in un mare di piombo
nero e spesso
che ti fa assaporare
ogni sua amara sfaccettatura.
Gioisce nel vederti indifesa,
quasi annullata ma non ti permette
di concludere la tua esperienza
in breve tempo.
Non si può morire di dolore,
sarebbe una comoda liberazione;
bisogna conviverci,
assaporarlo ogni attimo
per il resto della vita.