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3-Riflessioni



LUCIA MANUPPELLI MASTRANGELO

Lucia Manuppelli Mastrangelo

“RIFLESSIONI”

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Alle mie figlie perché,

se rifletto, sento

di avere qualcosa da dire,

da condividere.

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  • Terzo millennio

L’uomo ti ha salutato festoso

con mille botti,

con auguri sinceri

con sospirata speranza,

di tempi migliori.

Tu, invece, sei entrato

con venti di bufera,

con tuoni di cannoni,

con sibili di missili “intelligenti”.

Da oriente, donde proviene

la stella amica,

sono divampate fiamme ostili.

In nome di un Dio,

spiritualmente incomprensibile,

si è armata la mano

di giovani incuranti

della propria e dell’altrui vita,

contro vittime che, ignare,

vivevano il loro quotidiano.

Uccelli di ferro,

con volo maligno,

hanno infranto i simboli

del progresso moderno

seminando morte e lutti,

suscitando inquietudine e paura

negli animi di chi viveva

tranquillo, sicuro

la sua anonima normalità.

  • Dualità

Il “Ponte Vecchio” si specchia

nell’ Arno e, come la vita,

offre di sé due immagini

una reale, pratica

l’altra tremula, sognante.

L’una stempera l’altra

e dona all’antico monumento

un fascino particolare.

Anche la vita diventa più interessante,

più degna d’essere vissuta,

se in essa splendono i due soli,

l’uno nascente e l’altro calante,

che Marco dipinge insieme

nei suoi originali quadri.

Abbiamo bisogno tutti

di questa dualità che ci aiuta

a colorare la quotidianità,

a realizzare i nostri sogni

senza perdere di vista la realtà.

  • Panta rei

Urge il sentire nel petto

e, docile, ad esso

la mente si assoggetta.

Le parole sgorgano ora

con la forza prorompente

di un fiume rigonfio,

che precipita a valle, irruente;

ora sicure, canterine

come le acque di un torrente

che, nell’aria primaverile

scivola veloce, lucente;

ora come lo scorrere lieve

di un rivolo sonnolente

che si attarda nell’assolato

meriggio dell’estate cocente.

L’animo s’appaga

liberandosi di un fardello

fatto d’ansie, di dolori,

d’angosce che la vita,

banco d’umane prove,

a tutti propone…

Gli anni scorrono,

inesorabili, irrefrenabili,

come le acque fluviali

che corrono verso il mare

e, come esse, aspirano

ad un ampio, sereno porto

in cui acquietarsi,

in cui le tempeste umane

siano solo un ricordo lontano.

  • Amara esperienza

Quando il dolore bussa alla tua porta,

lo fa con una tale autorevolezza

che non puoi esimerti dall’aprirgli.

Ti travolge

come una valanga improvvisa,

non ti lascia nemmeno

la capacità di pensare.

Invade il tuo corpo in ogni sua parte

e le conseguenze le vedi,

sinistramente,

dalla testa ai piedi…

Si somatizza in varie forme,

ogni facoltà si appanna,

la mente vacilla;

ti senti vuota, sbigottita

incapace di reagire.

Anneghi lentissimamente

in un mare di piombo

nero e spesso

che ti fa assaporare

ogni sua amara sfaccettatura.

Gioisce nel vederti indifesa,

quasi annullata ma non ti permette

di concludere la tua esperienza

in breve tempo.

Non si può morire di dolore,

sarebbe una comoda liberazione;

bisogna conviverci,

assaporarlo ogni attimo

per il resto della vita.

  • Vorrei

Vorrei,

vorrei tornare bambina

per poter giocare ancora

con la nonna a ritrovare

quel piatto succulento

che lei fingeva

di avere smarrito;

per poter risentire

mio padre suonare la chitarra

o per riascoltarlo leggere,

davanti al focolare,

quei libri antichi

che amava tanto;

per poter riaccompagnare

al forno mia madre

che mi aveva preparato

la bambola di pasta lievitata;

per poter riassaggiare il latte

che Carlina, la nostra mezzadra,

mi offriva fumante, appena munto;

per saltare ancora con la corda

insieme alle mie compagnelle

che non rivedo ormai da tempo;

per poter riaccarezzare Tigrana

che, scontrosa con tutti,

a me faceva le fusa…

Vorrei, vorrei

ma ora sono qui

coi miei sessant’anni

e con queste mie spalle

che si sforzano di restare dritte

sotto il peso grave della vita.

  • Invidia

Sentimento perverso,

eppure tanto diffuso,

rivolo stagnante sei

che cheto s’insinua

e l’animo inquina.

Partorisci diffidenza,

maldicenza e calunnia;

d’un sol colpo ferisci

sia chi invidia

sia chi è invidiato!

A causa tua

ogni gioia s’appanna,

diventa disagio…,

ogni merito s’annulla,

diventa colpa…

Perché nell’animo umano

albergano sentimenti

tanto negativi, maligni

se Dio ci volle come Lui?

  • Fragilità

Fragile è l’equilibrio

in cui vivo:

m’illudo d’essere forte

ma basta un’incomprensione,

una parola aspra,

un’insofferenza a far sì che

sotto i miei piedi,

a macchia d’olio,

s’apra il vuoto…

Il mio equilibrio apparente

è come un castello di sabbia;

più è grande, bello,

curato nelle sue torri merlate,

nel suo fossato ben scavato,

tanto più è delicato…

Basta un’onda

anche piccola, insignificante

a minarlo nelle sue fondamenta

fatte solo di sabbia.

Come sciolti granelli

cadono le mie certezze

spazzate via

dall’acqua amara della vita.

  • Tempesta

Vento impetuoso,

che sconquassi l’aria,

che batti prepotente

contro i vetri delle finestre,

che agiti con violenza

le mie piante fiorite,

cosa cerchi?

Susciti paura,

ansia per chi è fuori,

ingigantisci il disagio

di chi è solo

e non basta chiudere

i balconi per ignorarti,

per lasciarti fuori.

La tua forza è immensa,

imprevedibile, arcana,

non si può contrastare.

Sei come il dolore

che, inaspettato, arriva

a toglierti ciò che hai

laboriosamente costruito,

a sconquassarti la vita

e trasforma i tuoi sogni

in rami spezzati

che mai più fioriranno.

  • Il colore del dolore

Occhi verdi cangianti

che davate

una diversa sfumatura

ad ogni mio sentimento,

ora sembrate spenti;

uno solo è il vostro colore:

il grigio-verde del mio dolore.

  • Mutamenti

Nell’ampio cielo corrono

le nuvole sospinte dal vento

e cambiano forma

velocemente…

Lievi, dietro la montagna,

sono attratte e scompaiono

inesorabilmente…

come inghiottite da un buco nero.

Anche la vita umana

è un continuo cambiamento,

uno scorrere veloce

di sogni, speranze ed illusioni.

Cosa mai ci sarà

dietro quella montagna,

dietro quel buco nero

che i nostri desideri inghiotte

e la vita umana conclude?

  • Contrasti

Prepotenti tornano alla mente

fioriti rami di pesco,

fiocchi gelidi di neve

subitamente sciolti,

triste presagio di vita

precocemente tolta.

Oggi, come allora,

il pesco è in fiore,

il cielo è scuro

e piange come il mio cuore.

Anche il dolore, allora,

aveva un senso:

portava con sé un meraviglioso dono,

oggi è sterile:

solo il rimpianto riempie di sé

questo memorabile giorno.

Dolce è il ricordo:

la gioia della maternità,

la tenerezza del neonato,

la speranza di un roseo futuro;

ma aspramente cozza

contro la realtà odierna:

amara solitudine,

angoscia che strazia l’anima,

lacrime copiose

che esternano il dolore

senza rasserenare il cuore.

  • Sola

La mia solitudine

è fatta d’ansia e di malinconia

ma soprattutto di ricordi e di presenze,

presenze care ma non più reali.

La mia solitudine

è spesso piena d’angoscia

ma soprattutto di speranza

di un mondo sovrannaturale.

La mia solitudine

mi porta all’introspezione,

alla ricerca dell’arcana

segreta natura umana.

Cerco in me la scintilla,

luminosa scintilla,

di quel Dio che, solo,

può annullare la mia solitudine.

  • “Isola Azzurra”

Azzurra come la placida onda

del mare che tanto amavi,

Azzurra come la distesa

infinita del cielo,

Azzurra come la limpida fantasia

che alimentava i tuoi sogni,

Azzurra come la società di lavoro

che caparbiamente avevi voluto

ma che, dopo di te, poco è durata,

Azzurra come la memoria

che di te, tra noi, hai lasciato,

Azzurra come l’isola

a cui, speriamo, tu sia approdato

nel tuo viaggio di sola andata

ed a cui, figlio adorato, anche noi

per rivederti aneliamo…

  • Fisionomia espressiva

Nel viso, smunto ed emaciato,

indurito dal risentimento,

porta, insieme, il pallore della morte

ed il colore della speranza.

L’ira profonda del cuore

nasconde con un velo d’indifferenza

chè l’amore, unica grande gioia,

mai gli ha aperto la porta

al piacere più dolce della terra

e vive la sua vita

senza l’ombra di un sorriso.

Ora, giunto alla senilità,

si volge indietro ma non trova,

nel livore del suo passato,

un dolce ricordo a cui aggrapparsi

ed anche la morte indifferente appare.

Non c’è rimpianto

nei suoi occhi stanchi,

solo una luce di speranza.

  • Libertà

Libertà non è

infrangere le umane regole,

imporre ad altri le proprie idee

o calpestare i diritti altrui

in nome delle proprie convinzioni.

Libertà è

avere un proprio mondo

costruito su basi solide,

ricco di principi sani

e viverlo intensamente.

Libertà è

spargere, con l’esempio, intorno a te

i semi dei tuoi convincimenti

e lasciare che germoglino

liberamente…

Libertà è

permettere che altri usino le tue idee,

le modifichino, le adattino a sé

e, forse, un’impronta, anche se piccola,

nel mondo rimarrà di te…

  • Pensiero

Vola pensiero mio,

tu che puoi, vola!

Portati là dove

questo fardello umano

non potrà mai arrivare.

Cerca l’Imperscrutabile,

imbevuti di Lui

e se anche, poi, non saprai

con parole umane manifestarlo,

conserva questa emozione

ed illumina d’essa

la vita che verrà…

  • Ineluttabilità

Son qui eppur mi sento altrove,

sono serena eppur sento l’ansia,

l’ansia della tua mancanza!

Come vorrei averti accanto,

condividere con te questi momenti.

Anche la vita darei

per poterti riabbracciare,

per risentire la tua voce,

per rivedere il tuo bel viso.

Invece no, son qui

a vivere la mia vita

nonostante la tua sia finita.

Vorrei spiegarmi il perché,

capire il mistero che si cela

dietro questa legge naturale:

“ Tutto procede”.

La mente non può rifiutarsi,

deve accettare la realtà

se non vuole impazzire,

ma è piena di te

in ogni momento della giornata,

in ogni situazione della vita.

  • Luna rossa

Pigro s’attarda il sole

a colorare le rosee nubi

nel caldo tramonto estivo

e, tu, di contro già brilli;

impaziente sembri di divenire

unica padrona del firmamento.

Il tuo faccione vermiglio

desta tanta simpatia

ma io, se potessi, lo sostituirei

col volto di mio figlio.

Volentieri scambierei

il mattino con la sera

per sentirmelo vicino.

Vivrei di tenebre

ma forse sarei meno triste

se il suo splendido sorriso

illuminasse il mio viso.

  • Triste resoconto

Il deserto sento intorno a me:

di tutti i miei sogni rimane

solo un pugno di sabbia rovente

che brucia le mani.

Non trovo in me la forza

per reagire a tanto sconforto.

L’unica mia ricchezza, l’ho persa,

vivo come un automa,

niente più mi interessa.

Non mi resta che combattere

contro me stessa.

  • Rimedio

Profondamente mi prende

il fascino arcano

di mondi inventati,

di spazi infiniti,

forse perchè nell’immaginario

la mente non ha

paletti da rispettare,

divieti imposti dal reale.

Vivo così di sentimenti,

di moti profondi dell’anima,

di vive presenze irreali

che vincono il male

e piango di commozione,

di intime emozioni.

Docile il silenzio

mi fa compagnia.

Ogni mio desiderio

può dargli voce,

accenti che amo, che voglio:

solo per me esso parla.

Respiro cieli infiniti,

mi ubriaco di fantasie,

accetto la vita,

camuffo il dolore

ed il mio viso appare

sereno a chi, come me,

ha l’angoscia nel cuore.

  • Sentore di Paradiso

Il tuo profumo aleggia nell’aria,

la tua risata echeggia intorno a me;

un brivido serpeggia lungo la schiena

e m’inebria di te…

Seguo la sua scia,

sentiero appena tracciato

in un campo innevato;

soffice neve novella appena sfiorata

dal soffio gentile della tua risata.

Son nudi i miei piedi

ma non avvertono gelo;

un dolce tepore m’avvolge di luce

e mi trasporta veloce verso lo sfavillio

dove più forte risuona il tuo riso.

  • Male profondo

Come su una roccia,

figlio, dentro di me

ho inciso il tuo nome:

gronda sangue

il cuore ferito.

Invisibile arma potente

il dolore rinnova

il segreto spasimo

dell’animo affranto.

La tua assenza

è un male profondo

che rende odiosa

anche l’atmosfera gioiosa

di questo nuovo Natale

e soltanto si attenua

nella gelida cappella

che congela il mio dolore

in candide perle d’amore.

  • Diritto indiscusso

Chiudi quella porta,

dietro di essa lascia

tutte le tue amarezze,

dà doppia mandata

e getta via la chiave

se ci riesci…

Con un colpo di spugna

cancella ogni sofferenza:

le offese cadono spesso

più su chi le commette

che su chi le subisce!

Non è la tua dignità in discussione;

la tua dignità la puoi sciupare

solo tu, nessun altro!

Fortificati,

lascia che le cattiverie

ti scivolino addosso,

anche a costo di considerare

indifferente tutto il resto.

Sii te stessa,

valorizza le tue qualità

e, senza calpestare nessuno,

fa sentire la tua voce,

fatti rispettare!

Se la tua innata dolcezza

t’impedisce d’importi con forza,

fallo con garbo ma con fermezza:

tutti hanno diritto al rispetto!

  • Etereo gioco

Il sole proietta

l’ombra delle nubi,

che candide e maestose

solcano il cielo,

sul brullo pendio.

Vivo esso diventa,

quasi in movimento

e la mente è attratta

dalle vane aeree forme.

Anche il dolore

sembra acquietarsi

in questo etereo gioco.

Il sorriso illumina

il volto dolente

che dolcemente si distende

gustando un attimo

di cosmica armonia.

  • Difficile ricerca

Come è triste la vita

quando un raggio di sole,

che ti scaldava il cuore,

all’improvviso si spegne

lasciandoti al buio;

quando un sogno sicuro

svanisce così…

senza un chiaro perché.

La vita diventa pesante,

un vero tormento

e la mente si sforza,

con caparbia ricerca,

a cercare, a trovare

un motivo che giustifichi

il male, il dolore,

l’ansia tremenda

che m’attanaglia il cuore.

Tutto qui mi parla di te,

ogni attimo, ogni suono

è pregno di te!

La mente vacilla,

umanamente non sa,

non riesce a capire;

Si volge all’arcano

e, vinta, s’inchina

al misterioso disegno divino

che ti allontana da me.

  • Ultima voce

Vento che sfogli il vangelo

sulla bara del papa,

mostri l’ansia trepidante,

l’inquieta sollecitudine

dell’animo umano

alla ricerca della verità.

Mano invisibile sei

dello spirito divino

che sollecita una risposta

in questo momento

tanto particolare, toccante..

Anche il nostro papa

è stato un vento impetuoso

venuto dall’est,

un vento ispirato dall’Amore,

capace di smuovere le coscienze,

di spazzare le nubi dell’oppressione,

di levare unanime un canto d’amore,

di fratellanza e di speranza

nell’animo di tutti i giovani.

Ora dalla bara ci lancia

l’ultimo insegnamento,

possente è la sua voce:

“Sfogliate con entusiasmo,

con sete di conoscenza,

con anelito d’ascesa

le pagine del vangelo;

aprite i dubbiosi cuori

all’amore, alla giustizia,

alla verità e al dolore;

uniformate la vita

al volere divino che,

lieve, amabile soffio,

sospingerà l’anima

libera da ogni umana colpa,

verso i vasti orizzonti

dell’Infinito…”

  • Piacevole relax

Son qui e sento sulla pelle

la lieve carezza della brezza

che dall’Arno sale decisa.

Gli ampi ombrelloni

si muovono con grazia:

sembrano gonne sollevate

di invisibili danzatrici:

gli oleandri, le petunie e i gelsomini

che circondano la piscina

si lasciano dondolare

in fanciullesco gioco

dall’aria gentile

e spandono intorno, soave,

il loro intenso profumo.

Un angolo di mondo quasi irreale,

un’oasi di pace

dove l’anima si distende

in piacevole sopore.

  • Impossibili desideri

Nell’ampio cielo azzurro

volano felici le rondini,

macchie nere in movimento,

riempiono l’aria d’armonia

con il loro festoso garrire.

Sfrecciano veloci per cercare cibo:

incuranti della mia presenza

quasi mi sfiorano i capelli.

Le guardo e penso:

vorrei anch’io essere come loro,

forse troverei nell’aereo volo

sfogo alla mia angoscia,

oblio alle mie ansie,

pace per il mio cuore.

Forse troverei negli spazi infiniti

l’essenza di questa mia vita.

  • Novembre

Novembre eppure…

eppure il mio lillà,

insieme alle foglie già avvizzite,

ha schiuso le sue gemme

a nuova vita.

Novembre eppure…

eppure tu, farfalla Vanessa,

con le tue magnifiche ali

sapientemente disegnate,

volteggi leggera, felice

in questa falsa estate.

Avete scambiato l’inoltrato,

ingannevole autunno

col tepore della primavera.

Avete sbagliato,

ma che sarà di voi

quando l’incipiente rigore invernale

gelerà le gemme novelle

e le splendide ali delicate?

Quando i fiocchi impalpabili

di neve scenderanno

a nascondere il mondo,

scambiate il loro candore

con la luce del Paradiso

e l’ineluttabile fine

può sembrare quasi felice.

Anche la vostra breve vita

è, come quella dell’uomo,

un intreccio d’inganni e d’illusioni!

  • Anima mia

Leggera come il vento del mattino

sei, anima mia,

e ad esso chiedi conferma

di certezze che più non t’appartengono.

Non riconosci più il tuo mondo,

quello che credevi vero, immutabile

e vaghi irrequieta…

Speri, forse, di trovare qualcosa

che ti soddisfi ancora?

Accetta la realtà, rassegnati:

la vita è solo un’inutile fatica,

un fardello che incurva le spalle,

un pennello che imbratta di rughe il viso,

un quotidiano banco di dure prove

per impegnare ed ingannare il tempo

che ci è concesso vivere.

Se ancora ci riesci, sollevati, vola in alto,

allontanati da questo marciume,

respira l’aria limpida di orizzonti infiniti.

  • Vita inutile

Vivo senza entusiasmo,

tutto mi infastidisce,

mi sembra vano,

senza finalità apprezzabili.

Neanche la noia mi fa compagnia:

vorrei infischiarmene di tutti

ma non ci riesco…,

vorrei porre fine a questo vivere

ma non trovo il modo…

I ricordi, mia grande ricchezza,

mi sono stati rubati, sepolti

sotto un’intricata ragnatela

di falsità, bugie ed inganni

e, se cerco di riportarli alla luce,

polvere fastidiosa, appiccicosa

mi ferisce gli occhi ed il cuore.

Cattiveria umana come sei letale!

  • Reazione

Lasciami andare,

non tenermi più legata;

lasciami partire

per una meta imprecisata:

non sopporto questa gabbia

che non è neanche dorata.

I miei sogni son falliti

le illusioni seppellite

Cosa ancora mi trattiene?,

quest’amore indolenzito,

forse un poco compatito,

certamente non capito?

Troppe botte ha sopportato,

la capacità di assorbire

l’ha ormai esaurita.

Cosa ancora può donare?

Su se stesso accartocciato

come rifiuto abbandonato,

chi lo può ancora desiderare?

Come tarlo nel cervello

la depressione mi consuma:

sento d’essere un inutile fardello.

  • Apparenza

Il gigantesco Orione

col suo fedele Sirio

si pavoneggia luminoso

nel grande cielo blu.

L’aria è fredda, serena

e promette brina

nella notte invernale.

Splendida costellazione

sprizzi forza

e susciti invidia

per il tuo superiore distacco!

Facile è il tuo andare,

la tua apparente immobilità

ti dona sicurezza, serenità.

Ti guardo e ti ammiro:

vorrei, come te,

non avere problemi!

Improvviso si leva

il vento di tramontana

portando nuvole nere,

minacciose…

Un lampo serpeggiante

fende l’aria,

trema Orione nell’immensità,

Sirio guaisce, chiede protezione…

Tremulo, vacillante lume

anche la tua esistenza

è lotta, sofferenza!

Niente è facile nell’ Universo

e l’uomo, per sostenere

la sua naturale precarietà

s’aggrappa alla speranza

che, tacita amica,

l’accompagna verso l’eternità.

  • Bestia

Scusami bestia se,

per indicare un uomo cattivo,

uso il tuo nome…

Tu sei migliore di lui,

segui l’istinto naturale

per perseguire un sublime fine:

la procreazione e della specie

la conservazione.

Egli non è certo vittima

inconsapevole di tale istinto

e per sfuggire alle responsabilità

pensa all’aborto…

Solo quando gli fa comodo

usa la ragione

e, si nasconde, poi,

dietro le naturali pulsioni.

Si nasconde dietro un dito,

come sicuro paravento,

e, forse, neanche coglie

la sua meschinità evidente.

Cerca di giustificare

la sua cattiveria, l’incapacità

di dare sacralità

ai sentimenti,ai luoghi, agli atti,

alle parole, alle promesse…

Grano mischia a paglia

con una tale disinvoltura

da destare sgomento, paura.

Scusami ancora bestia;

mai più chiamerò così

un uomo cattivo.

Dovrò cercare più in basso

un adeguato appellativo!

  • Abbaglio

Piccola farfalla variopinta,

con i tuoi aerei voli,

a lungo mi hai seguita

attratta dalla mia gonna fiorita.

Guarda!, laggiù c’è un giardino:

fresie, giaggioli e ciclamini,

agitati dolcemente dal vento,

sembrano invitarti a lauto banchetto.

Fortunata te, a cui è dato,

con gioiosa leggerezza, lasciare

la sterilità dei fiori finti

e con voluttà assaporare

il nettare odoroso delle rose.

Và, non indugiare,

non lasciarti abbagliare

da falsi sentimenti

da aspettative deludenti.

  • Certezza

Più tocco con mano

l’infinita cattiveria umana,

tanto più mi rivolgo

con passione alle piante.

So che le mie cure,

le mie sollecite attenzioni

non saranno disilluse.

Ogni anno sulla terra,

gli sfavillanti colori

di una nuova stagione

ridaranno gioia e vitalità

all’invernale rigidità

e, forse, anche il mio cuore

ancora, stupito, sorriderà.

  • Forza d’animo

Se senti la vita nemica,

se quello in cui hai creduto

ti appare fasullo, sbiadito,

non cedere all’ira!

Se dalla cattiveria umana

ti senti ormai schiacciare,

mantieni la calma.

Non ti arrabbiare!

Nessuno, se non si sforza,

può capire chi sei.

Ignorane l’ottusità, la prepotenza.

Non ti rabbuiare!

Niente potrai ottenere

se scalpiti e sprizzi scintille:

puoi solo amareggiare te stessa.

Sii, con forza, serena!

  • Il mio merletto

Antichi pensieri

Tornano alla mente,

ricordi lontani

fan sussultare il cuore,

speranze disilluse

mostrano la mia vita

come un merletto

mal riuscito…

L’Amore era il suo filo,

fulgido, appena ritorto;

i punti erano sapienti,

pieni, rigonfi, soffici.

Mi sembrava un’opera d’arte!

La cattiveria umana, però,

con le sue mani adunche

d’orrida strega,

l’ha graffiato, sfilacciato…

Con forza ha resistito

Ma lieve è diventato:

trasparente, a tratti, ora appare

quel merletto sudato.

Niente ormai si può fare:

la vita non si ripara!

  • LUCIA MANUPPELLI

FINE