1

23-Nostalgia

Stanotte, cuore di mamma, ti ho sognato; eri avvolto da un velo greve di nebbia che, a stento, mi lasciava intravedere la tua figura e, se affondavo la mano in quel manto lattiginoso, un diaframma invisibile e freddo mi impediva di raggiungerti, di sfiorarti.
Sono due anni che, il 1° marzo, non veniamo a trovarti; l’anno scorso ero ricoverata, quest’anno, impegni di papà ed il tempo inclemente ce l’hanno impedito. Ma non ti ho dimenticato; sei con me in ogni attimo della mia giornata, ogni cosa in questa casa mi riporta a te, sento la tua voce che mi fa sobbalzare, la tua sonora risata che mi accarezza l’anima e mi ti fa sentire vivo, presente in ogni mio pensiero.
Mi sono svegliata angustiata, impaurita e sono corsa a te, dietro i vetri del balcone; ma anche qui, una foschia densa e biancastra avvolge i miei monti e me ne nasconde il profilo, posso solo immaginarli… Mi perdo, così, alla ricerca della tua nuova casa, brancolo in questo mare vischioso e piango; piango perchè non ti trovo, perchè tutto in me anela a rivederti.
Le nubi si fanno più cupe, minacciose, un brontolio di tuoni ferisce l’orecchio e fa tremare il cuore…
Sei solo nella tempesta, figlio mio, ma il mio cuore non ti abbandona, è lì, accanto a te, anche se sono lontana.
Ti coccolo, ti cullo come quando eri piccino, ti stringo a me e, miracolo divino, un raggio, timido raggio di sole, penetra le nuvole ed illumina l’orizzonte proprio dove sei tu. E’ il mio amore che ti porta conforto, che mi dà conforto donandoci la speranza di un nostro nuovo incontro. Rimaniamo idealmente abbracciati, in un sogno ad occhi aperti: è tutto così vivido che sembra vero, reale
ed io sento sotto le dita le gote che ti accarezzo, vedo i tuoi occhi verdi ridenti e… sono quasi felice!