”Quando giù nel Tavoliere tutto arde la calura a Panni, sull’altopiano Pan Monte Sario, si gode la frescura“ *
 Già il titolo ci porta a pensare di un paese dove paesaggio incontaminato e tanta aria salubre si intrecciano fra loro creando un territorio da favola, un mondo affascinante.
A prima vista può sembrare un paese difficile eppure quei luoghi custodiscono autentiche riserve naturalistiche che meritano di essere visitate. Per questo armatevi di macchina fotografica e via, fra colline, boschi, ruscelli che saranno la scenografia del vostro vagabondare e godervi appieno il bel paesino di montagna che si chiama Panni in provincia di Foggia.
Godetevi le stradine del paese, gli uccelli, il verde, l’aria incontaminata a testimonianza di un territorio ancora sano. Alla fine, dopo tanto girovagare per il paese e fra queste bellezze naturali, un pò di relax sicuramente vi farà bene. Non aspettatevi grandi cose, ma parlate con la gente, entrate nei piccoli negozi, sedetevi sulle panchine della passeggiata del Castello, godetevi le prelibatezze della cucina locale. Guardate tutto l’insieme ed avrete in regalo la sensazione di aver scoperto un mondo sconosciuto e da favola riportandovi indietro nel tempo; visitate questa perla del Subappenino.
Una passeggiata nel bosco, in silenzio, riempiendosi i polmoni del profumo della resina dei pini, mentre la luce filtra tra i rami. Un pomeriggio di relax, sdraiate su un morbido tappeto di erba rivolgendo lo sguardo al cielo.
Da quanto tempo non ti concedi una pausa d’immersione nella Natura? Intanto chiudi gli occhi e non sarà difficile materializzare nella tua mente questi possibili scenari.
La sensazione che ne trarrai sarà d’immediato benessere, La Natura fa parte di noi, ma di cui ci siamo dimenticati.
Aristotele scriveva che “il medico cura, la Natura guarisce”
Panni vi aspetta con tutte le sue sagre, con tutti i suoi prodotti, con tutti i gioielli del suo territorio, con tutta la sua Natura. .

07-Una vita difficile

 

Laura aveva accompagnato sua sorella maggiore a fare visita al suo amico Giacomo, convalescente dopo un serio intervento chirurgico ed  aveva ammirato, con una punta d’invidia, il palazzo antico con lo stemma del casato ed il cortile interno con, ancora, le vasche di pietra per gli abbeveratoi dei cavalli. Giacomo, sebbene ancora debole, si era abbastanza ripreso ed aveva invitato le due sorelle a giocare a freccette. Laura si era entusiasmata al gioco, nuovo per lei, e vi partecipava con gioioso impegno. “Ho fatto centro! Ho vinto!” La voce squillante e la risata argentina echeggiarono nelle varie stanze dall’alto soffitto dell’ampia casa gentilizia rendendola viva,  festosa e giunse all’orecchio di nonna Margherita che lasciò il suo lavoro a maglia e corse nella stanza del nipote con volto alterato esclamando: “Norina, Norina”.

La delusione si stampò sul volto della nonna che, repentinamente e col volto rigato di lacrime, si ritirò. Laura, sorpresa ed allarmata, la seguì. Aveva perso da poco la sua cara nonna ed il dolore l’aveva resa sensibile alla sofferenza altrui e chiese con gentilezza, all’anziana signora il motivo che l’aveva tanto turbata. Nonna Margherita, cercando di sorridere al volto preoccupato della fanciulla rispose: ” Sono fisime di vecchia: ho scambiato la tua bellissima risata con quella di Norina e, per un attimo mi ero illusa che mia nuora stesse ancora in questa casa!” ” Norina è la mamma di Giacomo?” chiese timidamente  Laura che sapeva che il giovanotto era orfano di entrambi i genitori. ” Si! Tutti credono che sia così! Norina era giovanissima quando conobbe mio figlio, era venuta dall’America, dove viveva con la sua famiglia, per conoscere i parenti italiani e non ripartì più. Norina e Giacinto si innamorarono e si sposarono in breve tempo. Io avevo perduto mio marito in un dubbio incidente di caccia quando Giacomo era ancora bambino e fui felice di accogliere i giovani sposi in questa casa troppo grande per me soltanto. Con Norina arrivò l’allegria anche per me, la sua gioia era contaggiosa: era sempre allegra e sorridente e le sue risate riempivano questa casa austera come una musica festosa.” La nonna sospirò, i suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime ed il sorriso scomparve dal suo volto lasciando posto ad un accorato rimpianto e poi riprese: ” Tre anni durò quel meraviglioso incanto, fino a che mio figlio non fu ossessionato dal desiderio di diventare padre. Norina fu sottoposta a continue visite mediche che le diagnosticarono l’impossibilità di diventare mamma. Giacinto, però, non volle rinunciare alla sua paternità e, a nostra insaputa, mise incinta una giovane figlia del nostro fattore e la portò in casa ordinando a Norina di trattarla con i dovuti riguardi fino al parto che sarebbe avvenuto lontano ed il bambino sarebbe stato registrato come figlio loro. Norina non ebbe la forza di ribellarsi a quel sopruso ( allora erano tempi diversi, l’uomo comandava e non gli si poteva disubbidire), il bimbo nacque e gli fu imposto, secondo tradizione, il nome del nonno: Giacomo.”  La nonna s’incupì ancora di più ma continuò: ” Norina, però, non riusciva ad accettare quella falsa felicità e, bella come un fiore di serra ma altrettanto fragile e delicata, non seppe affrontare le tempeste della vita e, nel giro di pochi mesi, morì di crepacuore. Povera Norina, buona e sventurata! Poco tempo dopo  mio figlio, preso dai sensi di colpa per la morte della giovane moglie si suicidò.Io rimasi nuovamente sola in questa grande casa, sola con l’impegno di allevare il mio nipotino che divenne l’unica ragione della mia vita…” Laura aveva abbracciato le spalle della signora Margherita come a voler fermare quel tremito che le scuoteva, cercando di trovare, senza riuscirci, le parole giuste per rincuorarla.  La vacchia signora, commossa per la visibile partecipazione della giovanetta: ” Grazie – le disse –  grazie, con la tua allegra risata mi hai fatto rivivere un momento felice  della mia vita, mi hai regalato un’ emozione così intensa che mi ha dato la f orza di esternare il grande dolorew che mi appesantiva il cuore.   Ora sto bene, torna da Giacomo e sorridi sempre  perchè l’allegria è il dolce condimento di ogni esperienza umana.” Laura era incredula di fronte alla forza d’animo dell’anziana signora e le sorrise timidamente per  mostrarle la sua grande ammirazione.

 

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