”Quando giù nel Tavoliere tutto arde la calura a Panni, sull’altopiano Pan Monte Sario, si gode la frescura“ *
 Già il titolo ci porta a pensare di un paese dove paesaggio incontaminato e tanta aria salubre si intrecciano fra loro creando un territorio da favola, un mondo affascinante.
A prima vista può sembrare un paese difficile eppure quei luoghi custodiscono autentiche riserve naturalistiche che meritano di essere visitate. Per questo armatevi di macchina fotografica e via, fra colline, boschi, ruscelli che saranno la scenografia del vostro vagabondare e godervi appieno il bel paesino di montagna che si chiama Panni in provincia di Foggia.
Godetevi le stradine del paese, gli uccelli, il verde, l’aria incontaminata a testimonianza di un territorio ancora sano. Alla fine, dopo tanto girovagare per il paese e fra queste bellezze naturali, un pò di relax sicuramente vi farà bene. Non aspettatevi grandi cose, ma parlate con la gente, entrate nei piccoli negozi, sedetevi sulle panchine della passeggiata del Castello, godetevi le prelibatezze della cucina locale. Guardate tutto l’insieme ed avrete in regalo la sensazione di aver scoperto un mondo sconosciuto e da favola riportandovi indietro nel tempo; visitate questa perla del Subappenino.
Una passeggiata nel bosco, in silenzio, riempiendosi i polmoni del profumo della resina dei pini, mentre la luce filtra tra i rami. Un pomeriggio di relax, sdraiate su un morbido tappeto di erba rivolgendo lo sguardo al cielo.
Da quanto tempo non ti concedi una pausa d’immersione nella Natura? Intanto chiudi gli occhi e non sarà difficile materializzare nella tua mente questi possibili scenari.
La sensazione che ne trarrai sarà d’immediato benessere, La Natura fa parte di noi, ma di cui ci siamo dimenticati.
Aristotele scriveva che “il medico cura, la Natura guarisce”
Panni vi aspetta con tutte le sue sagre, con tutti i suoi prodotti, con tutti i gioielli del suo territorio, con tutta la sua Natura. .

23-Nostalgia

Stanotte, cuore di mamma, ti ho sognato; eri avvolto da un velo greve di nebbia che, a stento, mi lasciava intravedere la tua figura e, se affondavo la mano in quel manto lattiginoso, un diaframma invisibile e freddo mi impediva di raggiungerti, di sfiorarti.
Sono due anni che, il 1° marzo, non veniamo a trovarti; l’anno scorso ero ricoverata, quest’anno, impegni di papà ed il tempo inclemente ce l’hanno impedito. Ma non ti ho dimenticato; sei con me in ogni attimo della mia giornata, ogni cosa in questa casa mi riporta a te, sento la tua voce che mi fa sobbalzare, la tua sonora risata che mi accarezza l’anima e mi ti fa sentire vivo, presente in ogni mio pensiero.
Mi sono svegliata angustiata, impaurita e sono corsa a te, dietro i vetri del balcone; ma anche qui, una foschia densa e biancastra avvolge i miei monti e me ne nasconde il profilo, posso solo immaginarli… Mi perdo, così, alla ricerca della tua nuova casa, brancolo in questo mare vischioso e piango; piango perchè non ti trovo, perchè tutto in me anela a rivederti.
Le nubi si fanno più cupe, minacciose, un brontolio di tuoni ferisce l’orecchio e fa tremare il cuore…
Sei solo nella tempesta, figlio mio, ma il mio cuore non ti abbandona, è lì, accanto a te, anche se sono lontana.
Ti coccolo, ti cullo come quando eri piccino, ti stringo a me e, miracolo divino, un raggio, timido raggio di sole, penetra le nuvole ed illumina l’orizzonte proprio dove sei tu. E’ il mio amore che ti porta conforto, che mi dà conforto donandoci la speranza di un nostro nuovo incontro. Rimaniamo idealmente abbracciati, in un sogno ad occhi aperti: è tutto così vivido che sembra vero, reale
ed io sento sotto le dita le gote che ti accarezzo, vedo i tuoi occhi verdi ridenti e… sono quasi felice!

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