”Quando giù nel Tavoliere tutto arde la calura a Panni, sull’altopiano Pan Monte Sario, si gode la frescura“ *
 Già il titolo ci porta a pensare di un paese dove paesaggio incontaminato e tanta aria salubre si intrecciano fra loro creando un territorio da favola, un mondo affascinante.
A prima vista può sembrare un paese difficile eppure quei luoghi custodiscono autentiche riserve naturalistiche che meritano di essere visitate. Per questo armatevi di macchina fotografica e via, fra colline, boschi, ruscelli che saranno la scenografia del vostro vagabondare e godervi appieno il bel paesino di montagna che si chiama Panni in provincia di Foggia.
Godetevi le stradine del paese, gli uccelli, il verde, l’aria incontaminata a testimonianza di un territorio ancora sano. Alla fine, dopo tanto girovagare per il paese e fra queste bellezze naturali, un pò di relax sicuramente vi farà bene. Non aspettatevi grandi cose, ma parlate con la gente, entrate nei piccoli negozi, sedetevi sulle panchine della passeggiata del Castello, godetevi le prelibatezze della cucina locale. Guardate tutto l’insieme ed avrete in regalo la sensazione di aver scoperto un mondo sconosciuto e da favola riportandovi indietro nel tempo; visitate questa perla del Subappenino.
Una passeggiata nel bosco, in silenzio, riempiendosi i polmoni del profumo della resina dei pini, mentre la luce filtra tra i rami. Un pomeriggio di relax, sdraiate su un morbido tappeto di erba rivolgendo lo sguardo al cielo.
Da quanto tempo non ti concedi una pausa d’immersione nella Natura? Intanto chiudi gli occhi e non sarà difficile materializzare nella tua mente questi possibili scenari.
La sensazione che ne trarrai sarà d’immediato benessere, La Natura fa parte di noi, ma di cui ci siamo dimenticati.
Aristotele scriveva che “il medico cura, la Natura guarisce”
Panni vi aspetta con tutte le sue sagre, con tutti i suoi prodotti, con tutti i gioielli del suo territorio, con tutta la sua Natura. .

04-Consigli di altri tempi

Consigli di altri tempi
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Mano nella mano nonna e nipotina rientravano da una lunga passeggiata,
la piccola gustava ancora il suo cono di gelato al cioccolato che le aveva
macchiato il candido vestitino estivo senza intaccare la sua vivacità che si
esternava con agili saltelli e genuina ilarità.
Erano ormai quasi giunte a casa ,allorché la nonna bussò alla porta semiaperta
dell’abitazione accanto. Si affacciò una giovane donna di bello aspetto, ma i
suoi occhi erano arrossati e gonfi e si asciugava frettolosamente le lacrime
che ancora le rigavano il viso.
La nonna era affezionata alla giovane vicina e non mancava mai di salutarla
quando usciva. Sara ricambiava con affetto sincero i sentimenti della donna
matura e saggia e, spesso, le chiedeva consigli o le confidava i suoi piccoli
crucci.
La nonna non l’aveva mai vista così rattristata e se ne allarmò: “Cosa c’è, non
ti senti bene?”. Sara, a bassa voce, rispose: “Sto bene non ti preoccupare, sono
solo ferita dal comportamento di mio marito: io sono incinta, forse gli sembro
meno attraente, e fa il cascamorto con altre più avvenenti”, e riprese a piangere
in silenzio.
La piccola, seguendo la nonna, era entrata volentieri attratta dalla collezione di
bambole che Sara aveva ben allineate su di una mensola ed un tavolinetto:
ognuna aveva un nome e la bambina si divertiva a riconoscerle dal loro diverso
abbigliamento.
Sara, insolitamente taciturna, si era seduta sulla panca vicino al caminetto insieme
alla nonna che le dicevo: “Io non voglio impicciarmi dei tuoi affari personali,
vorrei soltanto venirti in aiuto con la mia lunga esperienza di vita. Sappi, gli uomini
sono, al novantanove per cento costituiti dalla medesima sostanza, con qualche lieve
sfumatura che li diversifica: basta un guizzo nei loro pantaloni perché dimentichino ogni
promessa, ogni giuramento, ogni responsabilità e, dove si trovano, si adagiano incuranti di
niente e di nessuno.
Ti dicevo che solo un uomo su cento è diverso dalla massa ed esiste solo perché noi donne
possiamo convincerci che è il “nostro uomo”, lo vediamo simile ad un dio, ce ne innamoriamo
perdutamente e… quando ci rendiamo conto che non ci è toccata l’eccezione ci cade il mondo
addosso. Tutto ciò che avevamo costruito ci appare vano e deludente. Il nostro amore sprecato
e…soffriamo: quanto più grande e profondo è il nostro sentimento tanto più cocente è la nostra
delusione, viene spenta anche la gioia di vivere”.
Sara annuiva tra le lacrime senza trovare la forza di parlare.
“ Oltre al dolore, nel cuore delle donne deluse possono nascere forti sentimenti di rabbia, di rivalsa;
si vorrebbe fargliela pagare, fargli provare lo stesso dolore”. La nonna continuava e gli occhi di
Sara erano fissi alle sue rughe che le apparivano preziose, il segno tangibile della sua saggezza.
“Come conseguenza si delineano due tipi di donne: quelle che pongono al di sopra della
loro sofferenza la loro onestà, convinte che la propria dignità possono sciuparla soltanto
loro con un comportamento immorale e nessun altro, neanche il proprio marito.
Il secondo tipo è quello delle donne che mettono al primo posto il loro orgoglio e cominciano
A spiattellare ai quattro venti i fatti propri, certe di trovare sostegno dagli estranei ed offrono
Ad altri uomini l’occasione di approfittare della loro momentanea fragilità, ritrovandosi a dover
Sopportare un’altra e peggiore onta sulla propria fronte.
Analizza ciò che ti ho detto e decidi a quale gruppo di donne vuoi appartenere!”
Poi, accarezzando i morbidi capelli di Sara, proseguì: “Non piangere più! La vita ti renda più forte,
più sicura e consapevole delle tue capacità e delle tue decisioni. Non ti avvilire!
Tu sei bellissima, la tua evidente maternità ti dona una luce vivissima di grazia e di fascino!”
Sara aveva sorriso rinfrancata e la nonna si alzò, prese per mano la nipotina e si avviò al suo
portoncino. A metà rampa della scalinata la piccola, che la seguiva mogia mogia, con voce seria
le chiese: “Nonna perché gli uomini sono cattivi e fanno piangere le donne?”
La nonna rimase sconcertata, scioccamente aveva creduto che la bimba fosse concentrata
Sul suo gioco con le bamboline e non seguisse il suo discorso con Sara. Mentalmente si
Chiese: “Cosa posso risponderle per non ferirla? Signore fa che a lei capiti quella rara
eccezione… se veramente esiste.” Poi, ad alta voce, incitò la piccola a salire perché chi
fosse arrivata per prima avrebbe trovato una bella sorpresa.
Sperava di eludere la domanda della sua attenta e curiosa nipotina anche se ben sapeva che
quella testolina bionda non le avrebbe permesso di pensare a lungo per escogitare una
risposta adeguata.

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