Una madre
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Prese tra le braccia
un bimbo che non conosceva
solo perché piangeva
e lo cullò come fosse suo.
Negli occhi acquosi
brillò un sorriso
e la manina morbida
le accarezzò il bel viso:
pensava alla sua mamma
il bimbo rasserenato.
Una lacrima spuntò
negli occhi tristi:
ricordava il figlio suo perduto
la madre addolorata.
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Venerdì Santo
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Lunghe canne
bruciate dal gelo invernale,
che pulsano di nuova vita
nelle rade foglioline verdi,
avvolgono l’Uomo crocifisso
come in un velo di mestizia.
Un bimbo si solleva
arditamente sulle punte
per prendere l’esile candela
e, con orgoglio, l’accende:
vorrebbe fare tutto da solo,
ma arduo è il posizionare
il lume nel braciere di rame.
Deluso nel bel visino delicato
tacitamente accetta l’aiuto
della giovane mamma preoccupata.
Anche fuori c’è aria di mestizia:
piange il cielo rade lacrime,
espressione di un dolore
troppo grande e profondo
perché possa trovare, senza difficoltà,
la via per esternarsi.
Io pure mi sento,
con la mia individuale sofferenza
stretta al petto,
scheggia di questo dolore cosmico,
intriso d’amore e di speranza,
che tutto, inesorabilmente, avvolge.
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